Se ne parla poco, troppo poco. Già c’è caos per quanto riguarda le strutture sanitarie per noi esseri umani, figuriamoci se si presta pure la dovuta attenzione, ad esempio, alle cliniche veterinarie! Eppure esistono, come esistono anche altre tipologie di strutture dedicate ai nostri fedeli compagni di vita. E sono di fondamentale importanza, perché spesso salvano la vita…
Cosa fare, a chi rivolgersi se il nostro amato gatto dovesse avere dei problemi di vario tipo? Vediamo un po’ le differenti strutture presenti sul territorio nazionale.
Innanzitutto, vi è il classico studio veterinario esercitato sia in forma singola che in quella associata, ossia con la presenza di più veterinari. Questa è, senza dubbio, la struttura più conosciuta ed utilizzata, un po’ come accade col nostro medico di famiglia. Per qualsiasi problema, disturbo, primi accenni di malessere, ci si rivolge proprio al medico di famiglia, che saprà indirizzare bene, o almeno così si spera, magari consigliando anche una visita ulteriore presso uno specialista.
Poi c’è l’ambulatorio veterinario costituito da uno o più medici veterinari (compresi gli specialisti), ma dove non è previsto il ricovero degli animali.
Nella clinica veterinaria, invece, è prevista la degenza di animali oltre a quella giornaliera. Offre pure, ed è questo l’aspetto più importante, un servizio di pronto soccorso di 24 ore con la presenza sempre di almeno un medico.
Nell’ospedale veterinario, infine, vi è la degenza di animali oltre a quella giornaliera e l’obbligo del servizio di pronto soccorso (24 ore). Oltre a questo ci sono tutta una serie di servizi di laboratorio per eventuali analisi cliniche.
Tali strutture sono regolate tramite l’Accordo raggiunto tramite la Conferenza Stato – Regioni del 2003, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il problema, tuttavia, è la mancanza di copertura finanziaria e, quindi, la possibilità effettiva di spendere una somma sostanziosa. I passi in avanti si dovrebbero fare anche sotto questo punto di vista. Sono compagni di vita? Perché, allora, considerarli come qualcosa di diverso e, quindi, con meno agevolazioni e diritti? Questo è, tuttavia, un lungo discorso che ci porterebbe troppo lontani…
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