Per risalire alle origini del “migliore amico dell’uomo” occorre, praticamente, prendere in considerazione gli albori dell’umanità. Il rapporto tra il cane e l’uomo è, anch’esso molto, molto antico. Non ci sono date esatte e notizie sicure su tutto ciò, tuttavia esistono teorie più accreditate.
Tutti, più o meno, sono concordi nel ritenere che il cane possa discendere dal lupo o dallo sciacallo. In particolare, lo si fa derivare dal lupo grigio, “canis lupus pallipes” che stazionava in Europa e in Asia circa 10.000 anni fa. Il primo resto archeologico di cane è stato ritrovato in Belgio nella caverna di Goyet (nella regione delle Ardenne) e risale, tuttavia, a ben 31.000 anni fa. All’inizio si pensava si trattasse di un lupo, successivamente si è arrivati a cambiare opinione. Per quanto riguarda, invece, la testimonianza più antica di un legame tra il cane e l’uomo, bisogna risalire a circa 28.000 anni fa. Sono, infatti, state scoperte le orme di un bambino e di un cane presso la grotta di Chauvet, nella parte meridionale della Francia. I cosiddetti cani “pariah” (cani del villaggio) sarebbero stati introdotti, piano piano, nelle comunità umane. Le primissime razze furono selezionate, probabilmente, per mezzo dell’accoppiamento di questi cani “pariah” con caratteristiche simili. Dalle ricerche sui fossili risalenti all’età del Bronzo, sono stati individuate quattro tipologie di cane, ancora oggi riconosciuti, ovvero i molossoidi (cani da guardia), i lupoidi (cani pastori), i braccoidi (cani da caccia) e i graioidi (cani snelli, dal muso lungo, variabili come lunghezza e colore).
Tramite diverse e inevitabili mutazioni genetiche, si sono sviluppate svariate razze e, allo stesso tempo, il rapporto con l’uomo è cresciuto fino a diventare quello che possiamo notare oggi. Un legame che, ed è proprio il caso di dirlo, durerà fino al termine della vita sul Pianeta.
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