Come tutti gli esseri umani anche i cani apprendono, pure se con modalità e tempistiche chiaramente diverse. I metodi tradizionali di addestramento del cane si basano principalmente sulla coercizione per rettificare i comportamenti sbagliati o comunque non idonei, fino a giungere all’ottenimento del comportamento desiderato. Vediamo un po’ di approfondire la questione.
L’americano Stanley Coren da anni si occupa degli studi sull’intelligenza e comportamento del cane. Costui distingue diverse tipologie di intelligenze: intelligenza istintiva (quello che l’animale è addestrato a fare fin dalla sua nascita), quella adattativa (ciò che il cane impara da solo), quella funzionale (l’animale impara grazie a comandi ben precisi) e, infine, l’intelligenza spaziale (le capacità innate, come il saper ritrovare la strada per tornare a casa).
I metodi più utilizzati per l’addestramento vanno dalle solite pressioni fisiche e psicologiche (strattone col guinzaglio, voce alta del padrone, ecc…), fino ad arrivare allo stimolo tramite cibo (bocconcini di carne sfiziosi), o al classico rincorrere un oggetto (una pallina).
Al nostro amico a quattro zampe non va chiesta radicale obbedienza, bensì bisogna stimolarlo sempre a cooperare, un po’ come sarà avvenuto nei primordi della relazione uomo-cane. E poi, non dimentichiamolo, ogni cane ha una sua specifica personalità, quindi occorre a noi trovare il modo migliore e più proficuo per relazionarci a lui. Non è, in sostanza, una macchina che obbedisce a comandi predisposti, senza una propria indole e personalità marcata.
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